Direct Energie, Chavanel pronto al record al TDF poi potrebbe ancora continuare: “Ma non come Rebellin…”
Idee ancora non del tutto chiare per Sylvain Chavanel. Ultimo big rimasto della generazione di mezzo, che ha fatto da ponte tra quella dei vari Jalabert e Virenque e la nuova leva montante capitanata da Pinot e Bardet, il corridore della Direct Energie sa che la sua carriera è ormai quasi interamente alle sue spalle, ma ancora non ha deciso con esattezza quando smettere. Se più volte si è parlato di un suo ritiro al termine di questa stagione, è lui stesso a smentire, spiegando di volerci ancora pensare, di voler valutare con calma, strada facendo.
“Mi viene chiesto spesso, ma non ho voglia di dire quel che farò – spiega a Ouest France – Non voglio fare come tutti, vivo al presente e mi piace proiettarmi e guardare avanti. Ovviamente, è qualcosa a cui comincio a pensare, ma vedremo più tardi. Deciderò con la mia famiglia, in funzione delle mie motivazioni…”
Quel che sembra invece in ogni caso ormai certo è che il prossimo sarà il suo ultimo Tour de France. “Se vi dovessi partecipare, sarebbe sicuramente l’ultimo – continua in vista di quella che sarebbe la sua 18ª partecipazione, un record che a quel punto sarebbe solitario visto che Jens Voigt e Stuart O’Grady si fermarono a 17 – Vorrei provare un Tour come lo scorso anno, attaccando in alcune tappe. La ciliegina sarebbe vincere una tappa, ma per un corridore come me non ci sono molte occasioni“.
Ritornando alle motivazioni, il francese conferma l’amore per il suo sport, ma soprattutto per lo sforzo fisico e l’appagamento che ne consegue. “Mi piace farmi male – ammette – Adoro quella sensazione per la quale quando fai uno sforzo poi sei stanco e senti il corpo che ha biogno di riposo. Mi piace ancora! Per questo il giorno che smetterò penso che cercherò ancora di sfondarmi. Non sarò uno di quello che fa cose estreme, ma farò delle escursioni, camminate in montagna e cose così”.
Tra i più esperti in gruppo con le sue 38 primavere, il corridore transalpino potrebbe dunque continuare ancora, seppur non troppo a lungo, non volendo infatti seguire l’esempio di Davide Rebellin. “Sono uno dei pochi corridori degli anni 2000 ad esserci ancora – osserva – A parte Rebellin, che è fuori competizione. Ma comunque non voglio fare come lui, arrivando a 45 anni… Ci vuole un po’ di rispetto per sé stessi (ride, ndr)! Al momento ho quasi 39 anni, ho ancora le gambe e mi considero ancora competitivo, ma a 45 anni no…”
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